”Gli enzimi sono la fonte della vita”
Gli enzimi sono molecole proteiche, la cui funzione è quella di regolare le reazioni chimiche nel corpo: regolano la crescita, la trasformazione, la riduzione e la successiva rinascita di milioni di cellule nel nostro corpo. In ogni cellula, ogni secondo, si svolgono numerose reazioni chimiche sostenute da enzimi. Il corpo è in un continuo processo di trasformazione e di ricostruzione, che naturalmente consuma energia e nutrienti. Gli enzimi consentono l’attività del sistema metabolico: svolgono un ruolo molto importante nella complessa regolazione del sistema immunitario, che supporta la risposta infiammatoria e fortifica l’organismo. Wobenzym® vital fornisce gli enzimi vitali, i bioflavonoidi e le vitamine necessari per l’attività metabolica. l bioflavonoidi e le vitamine, contenuti in Wobenzym® vital, grazie alle loro proprietà antiossidanti, ottimizzano le funzioni vitali degli enzimi aiutando così il metabolismo a ripristinare e a migliorare le funzioni di difesa naturali. Gli enzimi presenti in Wobenzym® vital (bromelina, papaina, tripsina e chimotripsina) sono altamente biodisponibili grazie al loro particolare processo di estrazione e alla gastroprotezione delle compresse. Wobenzym® vital, grazie ai componenti che lo costituiscono, aiuta a riequilibrare il sistema immunitario, per una migliore qualità di vita e benessere per le ossa.
Gli enzimi nella pratica medica
Per diversi secoli è stato impiegato il potere curativo delle piante senza sapere che la loro efficacia è dovuta in gran parte agli enzimi contenuti nella pianta. Testimonianze dell’efficacia curativa degli enzimi sono rintracciabili già a partire dal lontano VII secolo a.c.,
A partire dall’inizio del XX secolo, medici e scienziati iniziarono la ricerca sugli enzimi.
La preistoria
I guaritori delle popolazioni indigene di Sud America, Africa ed Asia conoscono da secoli l’efficacia curativa dei frutti ricchi di enzimi, soprattutto ananas e papaya vantano una lunga tradizione come sostanze vegetali curative.
L’ananas contiene un enzima chiamato bromelina. Già i popoli primitivi sapevano che le più elevate concentrazioni di enzimi si trovano nelle foglie dell’ananas e nel gambo interno del frutto non maturo. I nativi dei Caraibi applicano una poltiglia, formata da ananas non maturi e foglie, su distorsioni e slogature, per accelerare il processo di guarigione. L’ananas acerbo ha un effetto diuretico e lassativo. Inoltre favorisce il ciclo mestruale ed elimina i vermi nell’intestino. L’ananas maturo invece favorisce la peristalsi ed ha un leggero effetto disintossicante per l’organismo. Anche gli abitanti della Malesia e delle isole dell’India orientale sono a conoscenza di queste caratteristiche e usano l’ananas per curare infiammazioni della gola, della laringe e per combattere gli edemi.
La papaya contiene un enzima chiamato papaina. Come già nel caso dell’ananas, anche nella papaya le concentrazioni maggiori di enzimi si trovano nelle parti meno commestibili, vale a dire nel lattice di buccia e nel frutto non maturo. Già all’inizio del XVI secolo Diego de Landa tramandò l’effetto curativo del lattice della buccia di papaya contro diarrea e asma, sottolineandone le caratteristiche disintossicanti per il sistema digestivo. In Nigeria, nella zona sud-orientale, si somministrano ai pazienti affetti da disturbi digestivi o mestruali i frutti non maturi della papaya. La medicina Yunani degli indiani dell’Amazzonia sfrutta la papaya, tra l’altro, per migliorare le funzioni renali e per trattare infiammazioni, problemi cutanei, obesità ed emorroidi. In Cina la papaya viene denominata “il frutto di lunga vita”.
Per secoli si sono utilizzate determinate piante per scopi curativi, senza sapere che la loro efficacia era legata all’elevata percentuale di enzimi.
19° secolo
[1836] Theodor Schwann scopre la pepsina
Jöns Jacob von Berzelius presuppone che in tutti i processi vitali siano coinvolti dei catalizzatori
Il medico e biologo Theodor Schwann scoprì la pepsina, una sostanza che si aggiunge all’acido gastrico nello stomaco e che è in grado di dissolvere le proteine. Nello stesso anno lo scienziato naturalista Jöns Jacob von Berzelius suppose che “migliaia di processi catalitici avvengono tra tessuti e fluidi di vegetali ed animali viventi…”.
[1897] Willy Kühne conia il termine “enzimi”
Il medico tedesco Willy Kühne denominò come enzimi tutti i biocatalizzatori in grado di modificare le proteine. Nel 1897 tale termine è stato adottato dalla comunità scientifica come denominazione definitiva.
20° secolo
[1902] John Beard sottopone pazienti oncologici ad una cura a base di enzimi
L’embriologo scozzese John Beard somministrò a pazienti affetti da cancro enzimi freschi estratti dal pancreas di animali. Il suo libro “La terapia enzimatica del cancro” (titolo originale “The Enzyme Treatment of cancer”) fu pubblicato nel 1911.
[1944] Max Wolf ed Helene Benitez sviluppano una combinazione di enzimi per trattare infiammazioni e malattie degenerative
Max Wolf una volta divenuto Direttore del Biological Research Institute della Columbia University proseguì quindi le sue ricerche nel settore della terapia enzimatica. Wolf e la scienziata Helene Benitez effettuarono migliaia di esami, con l’obiettivo di isolare e purificare gli enzimi estratti da organismi animali e vegetali. Ottennnero due combinazioni di enzimi straordinarie, che battezzarono “Combinazioni di enzimi Wolf-Benitez”. Una combinazione era destinata al trattamento di infiammazioni, la seconda invece per le malattie degenerative.
[1950] Max Wolf somministra gli enzimi alla “high society” americana
Wolf produceva le combinazioni di enzimi nel proprio laboratorio, ma le combinazioni non erano ancora liberamente in commercio. Come medico della Metropolitan Opera annoverò tra i suoi pazienti i tenori Enrico Caruso e Richard Tauber, i dirigenti e compositori Furtwängler e Toscanini, le cantanti liriche Lily Pons, Julie Andrews e Lotte Lehmann. Marilyn Monroe, Clark Gable, Marlene Dietrich, Charlie Chaplin, Spencer Tracy e Gary Cooper, oltre al Duca di Windsor, Lord Mountbatten e lo scrittore William Somerset Maugham. Nella sua autobiografia Wolf asserisce di aver somministrato le sue combinazioni di enzimi anche a Pablo Picasso.
[1959] Karl Ransberger e Max Wolf Lernen si incontrano a New York – la “Combinazione di enzimi WoBe” viene registrata come prodotto farmaceutico in Spagna (1959) e in Germania (1960)
Karl Ransberger incontrò Max Wolf a New York e si lasciò immediatamente convincere dell’efficacia della combinazione di enzimi di Wolf. Wolf commissionò ad un’azienda austriaca la produzione degli enzimi WoBe, rendendo il prodotto più economico e quindi più accessibile al pubblico. La combinazione di enzimi WoBe fu registrata come prodotto farmaceutico nel 1959 in Spagna e nel 1960 in Germania.
Grazie alla totalità di questi studi scientifici, possiamo affermare che Wobenzym Vital si può utilizzare per diverse patologie:
-gli enzimi proteolitici favoriscono la funzione del sistema immunitario
Come ridurre il dolore e il gonfiore causati dall’artrite reumatoide
Le cause dell’artrite reumatoide non sono ancora completamente note. Comunque, è opinione diffusa che virus e batteri possano esserne responsabili. La terapia enzimatica può agire da supporto al sistema immunitario nella lotta contro gli attacchi esterni.
Se ogni giorno vi alzate al mattino con le dita intorpidite e sentite dolore alle mani e ai piedi per almeno 30 minuti, potrebbero essere i sintomi dell’inizio di un’artrite reumatoide. Se l’artrite localizzata non viene curata in modo appropriato, ma le si permette di degenerare raggiungendo gli stadi più gravi, il gonfiore e il dolore possono estendersi anche alle altre articolazioni. In Germania, circa 800.000 persone soffrono di artrite cronica. Questa patologia colpisce persone di tutte le età, e in tre casi su quattro interessa le donne.
L’azione degli enzimi è risultata efficace nel ridurre l’infiammazione e diminuire così il dolore, il più delle volte invalidante.
Siate attivi, ma delicati sulle articolazioni
L’infiammazione acuta e cronica viene spesso accompagnata da un dolore pulsante, lieve o intenso. Cosa può tornare utile in questo caso? Evitare di svolgere un’attività fisica troppo intensa e optare per una ginnastica dolce. Poiché gli enzimi costituiscono una parte essenziale di esseri umani, animali e vegetali, l’assunzione degli enzimi proteolitici aiuta ad alleviare il dolore e a ridurre il gonfiore. L’assunzione di questi prodotti naturali favorirà inoltre un processo di guarigione graduale e curerà rapidamente l’infiammazione. La Terapia Enzimatica Sistemica è capace di favorire il generale benessere dei pazienti, anche in caso di patologie croniche.
- Dita e articolazioni della mano intorpidite al mattino
- Diffusione della rigidità ad altre articolazioni
- Dolore e gonfiore ricorrenti
Un consiglio:
La Terapia Enzimatica Sistemica può contribuire ad alleviare il dolore in caso di infiammazione cronica. Gli enzimi proteolitici modulano il sistema immunitario, favoriscono la circolazione e riducono il gonfiore.
Artrite e artrosi: Sollievo dal dolore
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) divide le patologie reumatiche in due principali categorie. Della prima categoria fanno parte tutte le patologie reumatiche degenerative, come l’artrosi. La seconda categoria è generalmente rappresentata dall’artrite reumatoide, che costituisce la forma più ricorrente delle patologie reumatiche.
L’artrite reumatoide si sviluppa generalmente tra i 30 e i 50 anni di età ed è spesso legata ad un sistema immunitario debole. Generalmente l’artrite è il risultato della scorretta attivazione delle cellule immunitarie e degli antigeni da parte del sistema immunitario. Anzichè attaccare l’intruso, il sistema di difesa inizia ad attaccare le proprie cellule immunitarie, causando infiammazione, che nel tempo può diventare cronica. L’artrosi è causata dall’usura e dal danneggiamento delle articolazioni nel corso degli anni. La cartilagine danneggiata si infiamma, peggiora col passare degli anni e porta al logoramento delle ossa. La cartilagine viene consumata dalla frizione dolorosa delle articolazioni e può arrivare a scomparire completamente.
Curare i dolori naturalmente grazie agli enzimi
Le patologie osteoarticolari
All’incirca 3 milioni di Italiani soffrono di patologie osteoarticolari, tra cui osteoartrosi, infiammazioni alle articolazioni, tendiniti, borsiti.
Nonostante l’attività fisica sia salutare…
Chiunque può esserne affetto, a qualsiasi età. Gli studi più recenti hanno dimostrato che il 50% della popolazione dopo trent’anni di età va incontro a importanti cambiamenti nelle articolazioni e che la popolazione femminile soffre di artrosi in percentuale maggiore rispetto alla popolazione maschile. Dopo la diagnosi di artrosi, molti uomini e donne ancora attivi si chiedono se ancora possano praticare attività fisica, o se questa possa causare un aggravamento della patologia. Gli studi clinici hanno dimostrato che non è necessario che i pazienti rinuncino all’attività fisica, ma che questi dovrebbero prediligere attività a basso impatto traumatico, come il nuoto o il ciclismo.
La Terapia Enzimatica Sistemica
La Terapia Enzimatica Sistemica è una valida possibilità terapeutica impiegata con successo nel trattamento delle patologie osteoartrosiche. I risultati delle ricerche cliniche più recenti hanno dimostrato che gli enzimi proteolitici favoriscono la circolazione sanguigna e modulano le citochine infiammatorie, accelerando la guarigione delle patologie infiammatorie ed autoimmuni. La Terapia Enzimatica Sistemica risulta particolarmente efficace poichè gli enzimi proteolitici contrastano direttamente l’infiammazione, modulando gli immunocomplessi che costituiscono la causa della stessa. Le sostanze responsabili dell’infiammazione vengono così modulate ai loro livelli fisiologici e il dolore viene notevolmente ridotto. Il flusso sanguigno di conseguenza migliora, il gonfiore diminuisce e anche la pressione sulle terminazioni nervose sensitive sparisce. Articolazioni, muscoli e tendini tornano ad essere correttamente forniti di ossigeno e sostanze nutritive essenziali per la vita, e di conseguenza migliorano anche la motilità e la qualità della vita.
Gli enzimi e l’infiammazione del post-intervento: